CISCO CLAUDIO tra fede, esperienze di vita e poesie

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Scrittore e poeta. Animo sensibilissimo, dotato di un’ottima vena creativa e di una ricchezza di idee, raccoglie tutte le sue liriche scritte sin da bambino e le inserisce nel suo primo libro “COME SONO DENTRO”. Ma non fu un inizio facile per l’esordiente autore messinese. Apprezzato dal pubblico per l’accessibilità dei suoi veri, viene invece osteggiato dalla critica che non gradisce il suo modo di scrivere fuori da schemi letterari e i suoi testi che si barcamenano con troppa facilità nel trasformismo. Dalla poesia alla narrativa il passo è breve e l’autore crea in poco tempo due libri con storie e tematiche quasi opposte “COLEI CHE BREVEMENTE FU E CHE MAI IN VITA CONOBBI” e “IL VECCHIO E LA RAGAZZA”, rivelando una innata e naturale capacità narratoria unita ad un’attenta analisi psicologica di persone e fatti raccontati. Ma il suo primo amore, la poesia, non conosce declino nell’ispirazione dell’autore e, uno dopo l’altro, nascono tre altri libri “LA MIA ANIMA E’ NUDA, “Il SILENZIO NEL SILENZIO” e “SENSAZIONI” segno di uno scrittore che sa continuamente rinnovarsi proponendo opere sempre nuove ed attuali riuscendo a catturare e stupire sempre.

 

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 Appassionato dell’arte in tutte le sue forme e manifestazioni, trova prestissimo la propria realizzazione artistica nella letteratura, anche perchè sollecitato sin da giovanissimo da una innata predisposizione verso la scrittura che si è rivelata sempre viva e costante. Compone incessantemente sia in linguaggio poetico che in quello prosaico. Tra i temi trattati dall’autore con maggiore interesse durante questo cammino letterario spiccano l’amore per l’adolescenza e più in generale per la giovinezza, la continua e spasmodica ricerca di un contatto quasi epidermico con la natura come rifugio personale fin quasi a sentirsi in perfetta simbiosi con essa, la sempre presente attrazione verso l’irrazionale e l’indefinito che trova nel mondo della fantasia e dell’onirico, del misterioso e del fabuloso, la pià alta espressione della sua creatività. Malinconia e tristezza, desiderio d’evasione e tematiche esistenziali ma anche romanticismo e psicologia dell’animo umano, rappresentano i sentimenti e le attitudini più consoni all’autore che traspaiono riflessi emergendo attraverso i personaggi da lui creati che sono sempre gli ultimi e i disadattati, i sensibili e gli incompresi. Una fondamentale svolta nella creatività dell’autore, è stata data dalla sua recente conversione alla religione evangelica e cristiana che, avvicinandolo fortemente alla fede, gli ha permesso un radicale cambiamento di sentimenti e tematiche delle proprie opere, facendolo aprire conseguentemente all’ottimismo e alla certezza della speranza. I testi sprizzano da tutti i pori gioia e positività che hanno sostituito quel buio e quella negatività che vi aleggiavano prima della conversione.

 

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Malinconico e meditativo per natura, rivela sin da piccolo in trasparenza una sensibilità profondissima

ed una straordinaria vocazione per lo scrivere. Sospinto da un innato talento e da un’incessante ispirazione artistica che si alimentano progressivamente col trascorrere del tempo e con le esperienze di vita, segue parallelamente sia la strada della poesia, sia quella della narrativa, restando fedele ad un genere che richiama allo stile romantico e triste talvolta ironico con notevoli slanci verso l’onirico e il misterioso, sempre attentissimo e portato verso introspezioni psicologiche.

 

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Spirito irrequieto ed artisticamente creativo. Scrive in prosa e versi spaziando attraverso varie tematiche: dal fantastico al surreale, dall’erotico al lugubre, dal mistico all’introspettivo. 

 

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ANGOLO DI PARADISO

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Vi è un angolo di paradiso

in casa mia,

uno spazio piccolo e definito

ma per me prezioso e vitale,

come squarcio di cielo

o gemma preziosa

custodita in segreto

nelle profondità più nascoste del cuore.

Ed è lì

che mi raccolgo in preghiera

ogni volta che sento il bisogno di farlo,

avvertendo la presenza misteriosa di Dio

come anelito di speranza

riverbero di luce infinita.

Davanti alla statua del Cristo risorto

la mia anima acquista vita e si nutre di nuove forze

sospinta verso l’alto dal soffio di Dio

fino a sentirmi

in simbiosi con l’Eterno.

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R I S U S C I T A M I

Maestro, ho tanto bisogno di un miracolo

trasforma la mia vita e tutto in me

da tempo non vedo più la luce

hanno spento già la mia gioia di vivere

umiliato la mia speranza,

vedo i miei sogni cancellati tristemente

lacrime di solitudine bagnare i miei occhi.

Maestro, non ho altro che io possa fare

solo tu hai tutto il potere,

sono seppellito come Lazzaro in questo sepolcro di disperazione

c’è un macigno che Satana ha messo davanti.

Maestro, chiama il mio nome ti prego

ascolterò con fede inginocchiato la tua voce

rimuovi la pietra delle mie paure e chiamami ad uscire

fai rivivere i miei sogni: liberami!

Sospinto dalla fede che c’è in te

sicuro d’una vittoria che tu solo dai

risuscitami.

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E’ bellissimo per me poter parlare della Madre celeste, scrivere con sincerità di pensiero quello che   Lei rappresenta per me, il modo attraverso il quale trasmette gioia, dona pace, regala serenità; è sicuramente una testimonianza importante che può servire agli altri, anche a chi, per sola curiosità, si sta soffermando in questo momento nella lettura. Il mio cammino spirituale è stato molto tormentato e assai complesso, quasi impossibile da raccontare in poche righe perchè frutto di emozioni intime, uniche ed indimenticabili, invase dal male prima e consolate dal bene dopo, ma, nonostante tutto, vorrei provare ugualmente ad essere il più possibile conciso e sintetico, concentrando in poco spazio ciò che meriterebbe un libro intero per la grandezza dei sentimenti da narrare. Premetto che mi trovavo distante mille anni luce da Dio e dalla sua volontà, ignoravo l’importanza della sua Parola con i suoi insegnamenti; praticamente lontano dai sacramenti, non seguivo affatto una vita cristiana, collocandomi in una posizione di disinteresse verso la chiesa che per me era come se non esistesse. Ma il Signore è grande e misericordioso, sempre pronto a porgere una mano, a elargire aiuto a chi, disperato cade, specialmente quando l’infinita bontà di Dio percepisce nel cuore triste e malato, una fiammella di speranza alimentata da un sincero proposito di cambiamento. E così la Provvidenza mi ha messo sulla strada un’amica quasi coetanea, Giovanna, una donna evangelica che, dopo parecchio tempo a causa della mia esitazione, è riuscita a trascinarmi con lei, per la prima volta, in una chiesa protestante pentecostale, di quelle caratterizzate da preghiere forti, carismatiche, di intensa spiritualità. Lì dentro, i miei occhi hanno osservato cose mai viste: gente parlare in lingue sconosciute che alcuni interpretavano, preghiere con mani alzate, canti di lode e di adorazione recitate con pianti di gioia ed invocazioni urlate, profezie, imposizioni di mani sul corpo specie sulla fronte, persone cadere per terra svenute e rimanere a   lungo in quello stato di riposo spirituale ed ancora preghiere di liberazione, a volte veri e propri esorcismi che avvenivano durante i culti stessi anche in presenza di bambini che sembravano abituati a quell’ambiente. Era insomma una chiesa molto diversa da quelle cattoliche tradizionali, eppure io ricordo di non aver mai pensato, neanche per un solo istante, di essere finito in un manicomio pieno di pazzi, ma anzi, al contrario, cominciavo a percepire dentro e fuori di noi esseri umani, sia pure in forma latente, l’esistenza di un mondo parallelo che mi si apriva davanti alla mia conoscenza, una realtà spirituale importantissima e vitale che mi portava a comprendere che dietro la sofferenza oscura e il male più cattivo, si nascondono demoni di grande intelligenza e diabolica astuzia che difficilmente possiamo vincere senza l’aiuto del Padre: sono loro infatti la causa principale delle rovine dell’animo umano, e sono sempre essi capaci di operare indisturbati nel quotidiano, perché sottovalutati o peggio ancora non creduti dalla maggioranza degli uomini. Lo capivo chiaramente vedendo i tormenti spirituali e fisici di chi combatteva col maligno, spesso il vomito era sintomo di liberazione. Per me erano tutte situazioni sconosciute e mai prese in considerazione prima di allora ma dentro il mio spirito sentivo di non trovarmi in quel posto, così apparentemente strano, per caso e che proprio da lì sarebbe potuta iniziare la mia rinascita spirituale dopo secoli di buio fitto e di solitudine totale. Pian piano e secondo i tempi di Dio, continuando a frequentare quella chiesa e iniziando a pregare anch’io timidamente come potevo e come vedevo fare, ho avuto la grande gioia di sentire e di capire che Gesù mi amava davvero e di un amore grande e sincero, così com’ero, con i miei evidenti limiti umani e le mie debolezze e che potevo fidarmi ciecamente di Lui. Fu per questo che accettai il Signore nella mia vita come personale Salvatore. Ma la gioia di sentirmi finalmente amato non mi ha risparmiato il dispiacere di comprendere che, radicato nella mia mente, vi era un demone d’impurità, forte, del quale io, fino a quel   momento sconoscevo completamente l’esistenza anche perché non si era mai manifestato prima, secondo la furbizia di questi esseri che fanno dell’anonimato la loro forza, e che era riuscito a fare nella mia vita, quello che voleva, facilitato da me che, sia pure inconsapevolmente, lo avevo sempre assecondato. Oggi posso dirvi con assoluta certezza e con molta esperienza sperimentata sulla mia pelle, che i demoni sono i principali artefici dei nostri errori e dei nostri peccati e che senza una vita di preghiera e di relazione costante con Dio, non c’è possibilità di salvezza per noi piccoli esseri mortali e che ogni forma di perversione sessuale e di vizio impuro, hanno come radice, la presenza di questi esseri diabolici che operano secondo le proprie caratteristiche, svolgendo il loro compito specifico, osservando rigide e determinate gerarchie; i diavoli legati alla sfera sessuale, che io ho conosciuto e a lungo combattuto, non spingono ad essere cattivi e non portano avversione al sacro, per questo motivo risultano difficili da identificare e togliere, ma non per questo possono essere considerati meno gravi, in virtù del fatto che con i peccati della carne sporcano il corpo prima e lo spirito dopo, creando inimicizia con Dio e aprendo un varco ampio verso l’inferno. E’ cominciata così, con l’aiuto del pastore e di fratelli e sorelle con doni carismatici di liberazione, la mia lotta contro il maligno che era uscito ormai allo scoperto, suo malgrado, perché Gesù l’aveva ormai smascherato rendendolo assolutamente incompatibile con la presenza stessa di Cristo, il quale stava ormai facendosi strada dentro il mio spirito. Non è stato per niente facile scontrarmi col nemico delle nostre anime e quello che ho passato non lo auguro a nessuno: altro che problemi psicologici, psichici o psicanalitici! Altro che camomille o farmaci ansiolitici! Io ho dovuto estirpare con preghiere forti e con la mia volontà di uscirne a tutti i costi, quello che di negativo vi era in me, quel tempio di Satana fatto di lussuria e concupiscenza carnale che il demone stesso con la mia inconsapevole volontà, aveva eretto nei miei pensieri e desideri e perfino nella mia casa: ricordo perfettamente gli attacchi che subivo la notte, specie verso le tre, questo poiché, durante il sonno, avviene che si assottiglia di molto il confine tra il mondo fisico e quello dello spirito e i due mondi paralleli, quello degli spiriti incarnati che siamo noi e quello degli spiriti disincarnati assieme ad altre realtà celesti che vivono in dimensioni superiori, a volte e in situazioni particolari, si sfiorano fin quasi a incrociarsi. La mia condizione, sia pure lentamente, migliorava progressivamente ma quando ero sul punto di convincermi di aver intrapreso la strada giusta, quella che mi avrebbe portato successivamente alla vittoria e mi stavo conseguentemente illudendo di assaporare un po’di pace interiore, ecco, improvvisamente e del tutto inaspettata, spuntare all’orizzonte una nuova nube minacciosa e per la prima volta in vita mia, si spalancarono per me le porte del carcere, per reati di natura sessuale ovviamente compatibili col demone che combattevo. In tutta onestà devo dirvi che non ho mai scaricato tutta la responsabilità dei miei errori sull’entità malvagia perché sono stato esclusivamente io a consentirle di fare tutto ciò che ha voluto rendendola forte e padrona della mia vita, e per questo ho invocato pentito il perdono di Dio, il mio più grave sbaglio è stato quello di non aver mai cercato una relazione col Creatore e di non aver mai permesso allo Spirito Santo di agire in me e nella mia vita. Ma ormai il Signore aveva piantato il suo seme in me che cominciava a crescere ogni giorno di più e non mi avrebbe mai più lasciato. Oggi mi rendo conto che il carcere è stato una specie di purgatorio terreno, necessario a farmi crescere scontando i miei peccati perchè le croci, le sofferenze, servono a farci maturare spiritualmente e possono trasformarsi, con la fede e la preghiera, in meravigliose opportunità di rinascita. Ed è stato proprio dentro il carcere che si è realizzato un altro miracolo nella mia tormentata vita terrena; l’incontro con la Madonna, un dono straordinario che mi ha fatto Dio, del quale forse non ne sono degno, ma che ha rappresentato una svolta nel mio cammino spirituale: io che ero chiuso in una cella, sporco nel corpo e nello spirito, ecco che incontro Colei che personifica la purezza e la libertà di essere figli di Dio e che è venuta lo stesso da me facendo ciò che avrebbe fatto Gesù: soccorrere un suo figliuolo che chiedeva aiuto. Non l’ho conosciuta in un luogo di apparizione mariana o durante un pellegrinaggio ma in un posto di espiazione e di emarginazione, segno della grandezza di Dio che sa leggere nel cuore dell’uomo prima ancora della sua condizione esistenziale. Io ho cercato con tutto me stesso, forse anche perché spinto dalla disperazione, la madre di Dio, ma l’ho cercata davvero, questo è stato importante, e l’ho fatto pur essendo protestante e persino contro il volere del pastore che mi aveva seguito fino ad allora e dei fratelli della chiesa alla quale appartenevo, che continuavano a pregare costantemente per me. Ma la presenza amorevole di Maria, la sua vicinanza, la sua premura, la sua infinita dolcezza mi hanno spinto a credere in lei. I frutti si sono rivelati tutti positivi: sono uscito da quel posto l’11 febbraio, nella ricorrenza del giorno della prima apparizione della Madonna a Lourdes, e da quel momento, la Vergine mi ha portato sempre più vicino a Gesù e sempre più lontano dal maligno e forse è anche per questo che Dio l’ha messa sul mio cammino, proprio in virtù del fatto che contro i demoni d’impurità, era necessaria la presenza della infinita purezza di Maria per scacciarli, la vicinanza della madre di Cristo è infatti una potentissima arma dopo il sangue di   Gesù. Oggi il mio rapporto con la Madonna è splendido e commovente, sento la sua presenza materna, mi protegge e   mi guida, ora finalmente riposo tranquillo la notte con al collo la sua medaglietta miracolosa, comunica con me attraverso locuzioni di pensiero fin quasi a percepire anche la voce, non la vedo ma è come se fosse visibile con gli occhi dello spirito, so che in punto di morte lei ci sarà, come ha promesso a Fatima a tutti coloro che faranno il percorso dei 5 sabati, cammino che io ho già fatto con gioia e dedizione. Mi manda molti segni, soprattutto rose, cuoricini e coroncine di rosario che trovo per terra, sulla mia strada. Ogni anno per l’8 dicembre, ricorrenza dell’Immacolata Concezione, mi chiede di portarle una rosa e di deporla sotto i piedi della statua di Montalto che la raffigura, qui a Messina e che per per me è come una piccola Lourdes o Fatima o Medjugorje. Ho imparato a recitare tutti i giorni, la mattina, prima di alzarmi e dopo aver ringraziato il Signore per avermi donato un altro giorno di vita, il rosario e sempre tutti i giorni, puntualmente alle 3 del pomeriggio, dico la coroncina alla Divina Misericordia. Oggi sono un uomo completamente cambiato in positivo e vivo una vita di preghiera e di condivisione con i miei fratelli in Cristo e quello che, grazie alla fede è avvenuto in me, Dio è pronto a farlo con chiunque, anche col più incallito peccatore, non aspetta altro, gli basta perfino un piccolo segno, desidera essere cercato ed è sempre pronto a perdonare e a ridare una vita piena di significato e di amore. Se guardo indietro nel mio passato, mi rendo conto di quanta strada io abbia fatto grazie al Signore, che va ringraziato sempre. Non riconosco affatto quello che ero ieri prima di aver sperimentato la presenza di Cristo nella mia vita, era un’altra entità negativa che agiva al posto mio, dico sempre che ero io ma non ero io. Ovviamente sono rientrato nella chiesa cattolica perché sono troppo innamorato spiritualmente della Madonna e questa gioia che provo dentro non mi è stato possibile condividerla con i fratelli protestanti ai quali non potevo esternarla ma dico grazie ugualmente alla chiesa evangelica alla quale devo molto perché è lì che ho mosso i miei primi passi del mio cammino spirituale, lì ho trovato la mia prima vera àncora di salvezza, la prima luce tra le tenebre che mi avvolgevano ma col senno di poi penso che doveva andare così secondo il progetto che Dio aveva stabilito per la mia vita. Frequento il Rinnovamento nello Spirito, un movimento di preghiera di ispirazione cattolica che mi ricorda il modo di pregare degli evangelici, ho capito l’importanza della confessione per riconciliarsi con l’abbraccio del Padre e la bellezza dell’incontro con Gesù attraverso la santa messa e l’eucarestia. Ho un solo e unico rimpianto: quello di non aver incontrato prima Gesù, specie quando ero ancora adolescente, la mia vita sarebbe stata tutta diversa con la sua presenza in me. Per questo mi sento in dovere di dire ai giovani con tutto il mio cuore: cercate Cristo e dialogate con lui come con un amico sincero e non rimarrete delusi e con la stessa intensità di sentimento dico ai genitori: educate i vostri figli alla fede facendo da esempio perché Dio ve ne chiederà conto, spalancate le porte delle vostre case a Gesù e pregate ogni tanto riuniti in famiglia, preghiera che ha un valore immenso agli occhi di Dio. Auguro di cuore a tutti voi, specialmente a chi è lontano dalla fede, di cambiare la direzione della propria vita e di dirigere i propri passi verso Cristo, l’unico che può veramente cambiare il corso e lo scopo della nostra esistenza terrena, dando una gioia vera, profonda e duratura che non è di questo mondo, preludio dell’infinito amore che caratterizzerà la nostra vita immortale. Io sono convinto che l’unico vero dramma o lutto nel nostro più o meno breve transito su questa terra, sia l’assoluta mancanza di Dio nella nostra vita e sono certo che fin quando il Signore ci lascerà vivere quaggiù, fino all’ultimo soffio di vita, ci sarà sempre la possibilità di cercarlo e di rimediare alle nostre mancanze ma quando si chiuderanno definitivamente i nostri occhi terreni, non ci sarà più tempo per rimediare e per tornare indietro e sarà troppo tardi.

Dio mi benedica e benedica tutti coloro che leggeranno e faranno tesoro di questa mia testimonianza.

 

CLAUDIO CISCO

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DOVE SENTO LA PRESENZA DELLA MADONNA: (ESPERIENZA DI VITA E DI FEDE)

 

Vi è un posto specifico che io avverto di forte impatto emotivo, particolarmente suggestivo e ricco di carisma e misticismo insieme: uno spazio che oserei definirlo magico, di quella magia spirituale, sublime, soprannaturale che avvicina al cielo, fino a sentirsi parte integrante di esso. Questo piccolo lembo di terra così prezioso da sembrare una gemma di valore inestimabile caduta dal cielo o una scintilla d’amore piovuta sulla terra dall’infinita luce divina è proprio il luogo dove sento fortissima,

pur senza vederla fisicamente,la presenza di Maria.

Siamo nella città di Messina dove sono nato e vivo, nel santuario di Montalto, un luogo di culto ubicato in un posto davvero splendido, in virtù del fatto che offre dalla sua altura un panorama talmente affascinante da lasciare qualunque osservatore senza fiato e senza parole.

La chiesa della Madonna di Montalto, bella per scultura ed architettura all’interno ed all’esterno,

si apre infatti su un sacrato abbastanza grande, quasi una enorme veranda che forse sarebbe giusto chiamarla terrazza vista la sua notevole altezza. Da lassù si usufruisce di una vista privilegiata e staordinaria sullo Stretto di Messina col suo bellissimo mare, le sue navi che vanno e vengono, la terra di calabria di fronte, e la Madonnina del porto che benedice la città. Girando per questo grande sacrato si possono ammirare anche numerose fioriere, vasi e piante, delle panchine per sedersi e guardare lontano specie per i turisti che vengono in tanti ,poi ancora un binocolo per osservare da vicino il panorama e due statue: una tutta bianca raffigurante San Giuseppe,il santo della “buona morte”che io stesso spesso invoco per morire senza soffrire, magari in un attimo quando sarà,e l’altra in bronzo con l’immagine del papa Giovanni Paolo secondo appoggiato alla ringhiera che guarda lo Stretto. Quest’ultima, eretta in suo onore, in ricordo della sua visita effettuata in questo santuario nel giugno del 1988, nella quale lo stesso pontefice rimase molto colpito dalla bellezza del panorama.

Il santuario di Montalto fu fondato nel 1294 durante la guerra del Vespro per esplicita volontà della Madonna ch ne delineò il perimetro con il volo di una colomba e   fu costruito col concorso di tutta la città. Esso è un luogo particolarmente sacro in forza di specifica manifestazione di una potenza superiore che vi è riconosciuta e venerata. E’ un luogo di culto straordinario per designazione soprannaturale o perché vi si venerano immagini miracolose.

Lo spazio del santuario è ritenuto sacro ed è centro di speciale attrazione. Vi si va per unirsi più sensibilmente a Dio o alla Vergine, impetrarne grazie e favori, riconciliarsi. Il santuario parla allo spirito e al cuore dei credenti, in particolare quelli mariani dove si fa esperienza di madre.

L’icona dela Madonna di Montalto è rappresentata dall’immagine di Maria col bambino Gesù, in altri dipinti appare anche, secondo precisi riferimenti storici, con indosso una veste bianca (la dama bianca) con la mano destra alzata in segno di benedizione e la sinistra che tiene lo stemma della città di Messina, rosso con la croce gialla, in difesa dei messinesi contro i francesi.

Specificando come premessa il fatto che la presenza mariana si percepisce in tutto il santuario, a tal proposito volevo sottolineare come validi ed esperti esorcisti abbiano potuto verificare la forza del suddetto luogo nella lotta contro il demonio, volevo aggiungere inoltre che la Madonna stessa mi ha fatto comprendere quanto sia importante e   preminente recarsi all’interno della chiesa per celebrare messa e ricevere sacramenti prima di fermarsi nel luogo dove io l’avverto di più.

Il posto dove sento forte la presenza mariana fa parte ovviamente del santuario ma non è situato né all’interno della chiesa e nemmeno dentro il vasto perimetro che delimita il sacrato ma bensì al di fuori di esso, anche se molto vicino.

Vi sono infatti delle scalette abbastanza lunghe che scendono via via dal sacrato verso il basso che servono a collegare il santuario stesso con la strada sottostante; nella parte superiore delle scale, sul lato destro per chi scende, vi è uno spazio di verde a metà tra un giardino e una villetta notevolmente grande e ben curato, recentemente riaperto al pubblico e di proprietà del santuario medesimo.

Scendendo le scalette che iniziano proprio dal sacrato, dopo circa una cinquantina di metri, sulla sinistra in basso e quasi in un angolo, vi è una incavatura sul muro, direi una nicchia di una discreta grandezza con all’interno la statua della Madonna. La Vergine nella scultura, sempre illuminata da una lucettina, porta sul capo una corona di stelle, presenta le mani allargate, aperte verso il basso e tiene schiacciato sotto il piede un serpente. E’ l’immagine della Madonna della medaglia miracolosa apparsa in Francia nel 1830 a Santa Caterina Labourè. La statua è dentro una nicchia vetrata e il vetro stesso è protetto da una grata di ferro a forma di arco e chiusa a da un lucchetto.In alto, incise sul marmo posto nel muro sopra la nicchia, disposte anch’esse a forma di arco, si leggono le seguenti parole: “Venite figli sono io la Madre”. Sotto la nicchia vi si trova un marmo di considerevole spessore che funge da base, incisa sul quale spicca una grande M maiuscola, simbolo di Maria. Situata proprio a fianco, di fronte per chi guarda dal sacrato, vi è un’altra nicchia uguale a quella dove è posta la statua del Madonna, però vuota, come mancasse qualcosa.

Il posto appare veramente suggestivo, sembra proprio un luogo adatto ad apparizioni soprannaturali, vi sono molte fronde che dall’alto calano sulla nicchia creando ombra e molti insetti vi si vedono intorno. Sopra il marmo posto sotto la nicchia vi sono due vasi grandi ma con piante ormai appassite e pianticelle o fiori finti incastrati nella grata assieme a qualche immaginetta sacra. Vi si trova poi tutto ciò che porto io con amore, man mano, specie in ricorrenze e momenti particolari alla Madonna: rose di vari colore, cuoricini di diverse dimensioni alcuni con la scritta “Ti amo”, coroncine di rosario, angioletti. Alcuni di essi restono, altri vengono portati via da ignoti essendo un luogo all’aperto non controllato, altri vanno deteriorandosi col tempo. Sono tutti oggeti legati alle grate con lacci, spaghi o cordicelle improvvisate. Mi son chiesto spesso il motivo per il quale un luogo , almeno per me così importante e vitale tanto da esserci la Madonna, venga trascurato, a differenza del sacrato del santuario che appare sempre splendido e curato. Eppure ci vorrebbe solo un po’ di buona volontà affinchè qualche anima pia del luogo mettesse almeno un po’ d’aqua alle piante o togliesse tutta l’erba e le foglie che giacciono per terra nel più completo abbandono.

Se le persone che frequentano abitualmente il santuario e non solo esse ma anche visitatori occasionali o semplici cittadini di Messina mostrassero più interesse , se insomma sapessero e comprendessero l’importanza di quel luogo dove vi è posta quella Madonna, io credo che avrebbero verso di esso più cura e attenzione. Non si prega quasi mai infatti davanti a quella statua, mai un rosario recitato lì, eppure fa parte del santuario, è un luogo di passaggio specie per molti turisti stranieri e italiani che transitano proprio da lì . Messina è diventata infatti una città turistica grazie al suo porto, sbarcano enormi navi da crociera, continuamente ed anche due alla volta con tantissima gente a bordo, ma quasi nessuno di loro si ferma in quel luogo, continuano a salire le scale interessate esclusivamente a raggiungere il sacrato che sta più in alto e a fotografare e filmare il panorama che offre il santuario. Sì, forse la colpa è anche mia che non sono stato capace di divulgare quella enorme ricchezza spirituale che mi trasmette la Madonna da quel posto, ho tenuto troppo per me tutti i segni, i prodigi, le rivelazioni. Ho mantenuti segreti anche i miracoli, le guarigioni, non solo quelle fisiche ma soprattutto quelle del cuore, le guarigioni interiori che a Dio interessano di più, tutti compiuti per intercessione di Maria e nel nome di Gesù, nome al di sopra di ogn altro nome, che è lo stesso ieri, oggi e in eterno. Forse non ho compreso che persino io stesso potevo essere per gli altri una prova della sua esistenza. Penso ad esempio agli eventi che la Madonna mi ha rivelato proprio da lì prima che accadessero, tutte cose o situazioni che io sapevo in anticipo, ricordo per citarne solo alcuni quando Maria mi chiese di portare lì con me due coniugi Maurizo e Giovanna e di pregare per la loro figlia Stefania che aveva lasciato la loro casa prendendo brutte strade preannunciandomi che Lei l’avrebbe fatta ritornare, cosa che successe; ricordo ancora le lacrime di dolore della madre in pena per la figlia prima e poi quelle di gioia per averla riabbracciata dopo. La preghiera alla Madonna per la figlia fu fatta l’8 dicembre nel giorno dell’Immacolata Concezione, e furono proprio Maurizio e Giovanna, secondo la volontà di Maria, a deporre quel giorno ai piedi della statua la rosa che la Madonna desidera le venga portata da me ogni anno, è stata la prima volta che non sono stato io a farlo. Ricordo ancora con vivida emozione quando sempre Lei mi rivelò prima che accadesse la guarigione di Francesca, una ragazza con la benda su un occhio già compromesso che rischiava di perdere completamente la vista avendo ereditato dalla madre Caterina, diventata a sua volta non vedente, la stessa malattia. Si trattava di un male che colpiva gli occhi, incurabile per la medicina e che l’avrebbe portata progressivamente alla cecità come la madre. E poi mi torna in mente ancora il ricordo quella volta in cui Maria mi disse da quel posto che avrei vinto gli attacchi di panico che per un decennio mi impedivano di uscire da casa e che ci sarei riuscito senza cura farmacologica ma con l’aiuto del Padre Celeste, o quando mi spiegò che la mia detenzione carceraria durata quasi due anni doveva avvenire nella città di Enna, proprio in quella città dove io avevo ambientato il mio libro “Il vecchio e la ragazza”, libro ispirato e scritto sotto dettatura dal male, composto in un periodo buio della mia vita in cui ero schiavo del diavolo, libro che oggi, rileggendolo, capisco di non averlo scritto volontariamente, la mia ispirazione artistica infatti risultava condizionata ed inquinata. Ricordo, anche se è una situazione molto leggera, ma l’amore di Dio lo si può trovare sia nelle grandi cose come nelle piccole, quando Maria mi fece capire che Gesù mi avrebbe consentito come regalo la possibiltà di vedere dal vivo il mio cantante preferito Alan Sorrenti, un mio idolo che ha accompagnato i miei ricordi facendo da colonna sonora di tutta la mia vita sin da ragazzino poco più che adolescente, l’avrei visto finalmente dal vivo a Viagrande in provincia di Catania, non vi posso dire l’emozione e i segni piovuti dal cielo in quel gorno così speciale per me. Sono questi narrati, tutti avvenimenti che io ho saputo prima del tempo quando non potevo prevederlo.

Sono comunque tanti i segni che Maria mi ha dato da quel posto dove io continuo a recarmi spessissimo ,specie quando mi sento solo non avendo nessuno; ci vado per parlare, confidarmi ed essere ascoltato, per pregare, a volte recitando il rosario o dicendo la Coroncina alla Divina Misericordia. Sto con Lei come si fa con una madre dolcissima ed affettuosa che non si stanca mai di starmi vicino e di proteggermi contro le insidie del male. La vicinanza della Madonna come quella di Dio o il sostegno della fede non garantiscono una vita senza problemi, dolori o difficoltà, non ti evitano gli attacchi del diavolo che anzi risulteranno essere maggiori man mano che si cresce nella fede ma ti aiutano ad affrontarli meglio con più serenità e consapevolezza di potercela fare perché sorretti dall’aiuto di Dio che è sempre con te. Spesso si trova la chiave per risolverli in quanto guidati dallo Spirito Santo che apre la mente ed indica la strada rivelandosi è il più grande geniale maestro di tutti i tempi, donandoti una sapienza che non è di questo mondo ma che viene dall’alto. Non è per niente facile comunque parlare di ciò che mi accade riguardo la Madonna. Per me è destino dovermi tenere tutto dentro senza mai avere avuto la gioia di poterlo condividere con gli altri se non, come sto facendo ora, attaverso il talento che Dio mi ha donato sin da piccolo: la scrittura; non mi è stata mai data, infatti, la possibilità o l’opportunità di farlo. Per questo motivo ho lasciato la chiesa evangelica nella quale mi trovavo bene tutto sommato, mi piaceva il loro modo di pregare e di rapportarsi a Dio. Rientro in quella cattolica e mi rendo conto che il problema è sostanzialmente lo stesso anche se per motivi diversi, per prudenza o altro, non so. Si continua a considerare Maria come una creatura lontana ed inaccessibile, direi inavvicinabile, appartenente a chissà quale altro mondo lontano mille anni luce da noi terrestri, con la quale si può entrare a contatto solo dopo la morte . Ma non si comprende invece che non   c’è nulla di più normale che comunicare   con Lei anche senza avere il dono della veggenza ma semplicemente sentendone la presenza; siamo divisi solo dal corpo, lei vive in dimensione spirituale, noi in quella fisica ma siamo spiriti entrambi, fatti della stessa essenza e creati per lo stesso destino da un unico Padre, del resto anche lei era come noi quando era nella vita terrena.   Tutto sembra complicato, impossibile,   privilegio solo di pochi eletti. Ma io sono forse un eletto? Eppure la sento, basta aprire il cuore e gli occhi dello spirito. Esiste una sola verità affinchè ciò possa accadere come   continua a succedere a me: tornare puri come bambini e credere, e la madre di Gesù si farà trovare.

Ho lasciato con dispiacere il Rinnovamento nello Spirito sia perché, come nella chiesa protestante, non mi è stato permesso di testimoniare, paradossalmente non l’ho potuto fare nemmeno trovandomi in chiese cattoliche che portano nomi mariani. Quindi non appartengo più a nessun gruppo o comunità di preghiera, frequento la chiesa cattolica dello Spirito Santo, sono in mezzo alle suore e sto bene, prendo la comunione ogni domenica perchè ritengo assolutamente indispensabile e vitale nutrire lo spirito col sangue e corpo di Cristo. Poi, per il resto, vado dove mi porta il cuore, sono occasionalmente di tutte le parrocche e di nessuna, senza poter contare sull’aiuto spirituale di nessuno, eppure perfino i santi hanno avuto bisogno di un sacerdote che gli facesse da guida spirituale, ma io no, destino per me andare avanti da solo in ogni campo della vita, compreso quello della fede, totalmente da solo, affidandomi unicamente alle preghiere e al dialogo continuo con Dio, che non è poco. Ascoltando il cuore, seguendo La Parola di Dio ma evitando scontri verbali di interpretazioni nella lettura che hanno diviso la chiesa cristiana, io faccio una cosa importantissima e basilare: analizzare costantemente la mia condizione spirituale con molta attenzione, verificarla e rimetterla in discussione se è il caso quando   penso di sbagliare, restando sempre umile e ascoltando la voce del cuore, che quando riesce a rimanere puro ed incontaminato, non mente e non sbaglia mai. Fuggire il peccato e mettere Dio al primo posto e al di sopra di tutto nella propria vita , solo in questo modo si cresce nella fede, ed   io sono cresciuto davvero   tantissimo con ancora ampi margini di miglioramento se continuerò su questa strada. Con gli occhi limpidi, una freschezza interiore e la pace nel cuore ho imparato a guardare lontano, anche a ciò che esiste ma non si vede,   cogliendo i segni del cielo anche i più piccoli ed impercettibili, fidandomi incondizionatamente di Dio. Ed ogni volta che commetto anche il   più piccolo errore, corro subito a confessarmi per ritrovare tramite il sacerdote l’abbraccio misericordioso del Padre.

In conclusione, tornando a quel luogo dove sento la presenza di Maria, mi chiedo cosa sarebbe giusto fare. Confesso che istintivamente vorrei correre subito dal parroco della chiesa di Montalto per raccontargli ogni cosa con sincerità e aprendomi completamente, poi vorrei anche pregarlo di valorizzare quel posto così importante per la Madonna, per me e per tutti: ma mi ascolterà? Sarò creduto?

 

 

 

“Non pretendo di essere creduto

   ma semplicemente ascoltato”

                                     CLAUDIO CISCO

 

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                                                  LA MIA MISSIONE

 

 

Il Padre Celeste mi ha affidato una missione da compiere in questa vita terrena: pregare per gli altri con umiltà e fede, lasciandomi guidare dal cuore che è la sorgente dell’amore e della verità. Io la porterò a compimento, anche perchè ho sperimentato che è bellissimo e gratificante farlo come tutto ciò che realizzi per Dio e che c’è più gioia nel pregare per gli altri, prima che per se stessi. Sono certo che l’Eterno mi ricompenserà donandomi ciò che Gesù mi ha promesso e che aspetto da sempre: una compagna per amare ed essere amato, scelta da Cristo stesso per me e piovuta dal cielo. Negli occhi di lei, vedrò riflessi tutto l’amore e la tenerezza che Dio ha per me. Anche se un amore terreno, si rivelerà bello e importante ugualmente perché sarà una preziosa scintilla dell’infinita luce divina.

                       IN PUNTO DI MORTE

 

 

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Separato dal mio corpo, come sospeso nell’aria, vigile e cosciente senza però poter comunicare con esseri umani, vedo dall’alto il mio involucro di carne, esanime, quasi abbandonato, circondato da medici, e mi fa quasi pena osservarlo: Come ho potuto sopportare di essere imprigionato dentro quel corpo debole come straccio, limitando tutta la mia immensa potenzialità spirituale? Eppure al tempo stesso comprendo, pur non avendo la benchè minima voglia di rientrare dentro quel guscio, che fin quando ero all’interno, esso aveva la stessa importanza d’un cofanetto, contenente una collana preziosa di inestimabile valore. La collana infatti, è importante quanto il cofanetto perché è contenuta dentro, e se si perde il cofanetto, si smarrisce anche la collana. Ma una volta che la si tira fuori, il suo contenitore non serve più. Così è il corpo umano

fin quando un essere creato da Dio vive in esso, è tempio dello Spirito Santo, prezioso quanto l’anima. La sensazione che avverto, riferendomi alla visione di quello che era il mio corpo fisico, è quella di essermi tolto di dosso un abito, un po’ come la tuta spaziale, che è fatta solo per permettere all’astronauta di vagare nello spazio, ma non è la sua vera pelle, solo un adattamento all’ambiente. E’ davvero piacevole e surreale quello che mi sta succedendo; la cosa più bella è che non avverto più dolori, sofferenze, esigenze fisiche e mi trovo in uno stato di profondo benessere, slegato da tutto ciò che è materia. Contemporaneamente rivedo come in dimensione tridimensionale, scorrere il film di tutta la mia vita, dalla nascita sino ad ora, ma con occhi di verità e giustizia, come se io fossi spettatore e giudice di me stesso, soffrendo per gli errori commessi e provando gioia per quanto fatto di buono. E’ sorprendente come tutto sia stato accuratamente registrato, anche la più impercettibile parola, ed io ora posso ascoltare ogni dialogo e ogni discorso come fossero amplificati. Posso rivedere tutto: situazioni, immagini, persone care. Da questa incredibile visione, mi rendo conto di essere da sempre seguito con minuziosa attenzione, e direi con amorevole cura; nella vita non si è mai soli, anche quando lo si crede, ed io ora lo so. Poi, d’improvviso, mi sento chiamare, ma solo col pensiero, senza udire una voce specifica; sono tranquillo, capisco di essere in buone mani, di potermi fidare. Vengo trasportato da una forza sconosciuta ed amica, lascio la camera dell’ospedale ed entro in un tunnel, che solo all’inizio mi procura una leggera paura, poi, intravedo l’uscita, ritorno sereno e curioso. Una volta fuori, vedo luce, luce, e ancora luce. Sento amore, amore, e ancora amore. Mi sento amato. Sono immerso in una condizione di pura libertà, avverto pace ed un senso di immortalità. Vi è una frase nel Vangelo, che io sento forte in me perché rispecchia perfettamente quello che provo. Sono le parole che Gesù disse sulla croce prima di morire: “Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito!”. Ora io comprendo più che mai, che il mio spirito è nelle mani di Dio. Ma lo era anche quando vivevo nel corpo, sulla terra, solo che non ne intuivo la profondità e il vero significato. La vita, sia quella fisica, sia quella spirituale, è tutta un miracolo, se l’uomo potesse finalmente rendersene conto! I meravigliosi colori che vedo sono talmente belli che non si possono descrivere, ma sono colori diversi da quelli terrestri. Così come i suoni e i canti che odo. Vedo ma non con gli occhi, sento ma non con le orecchie, comunico con il Padre ma non con la voce: L’amore è troppo forte per poterlo quantificare, la libertà troppo sconfinata per poter scorgere orizzonti, tutto sa di eternità. E’ un luogo senza fine, sa di cielo.

So che saranno molti quelli che non mi crederanno, ma sono sereno ugualmente, so che ci arriveranno anche loro.

 

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                                              L’ULTIMA SPERANZA

 

Arrivare a 56 anni e rendersi conto, con una lacrima agli occhi, di non essere mai realmente cresciuto. E’ come se l’anima si rifiutasse di allinerasi con il lento declino del corpo. Sento lo spirito crescere impetuosamente fortificandosi progressivamente fino a sembrare scollegato dalla materia. Mi nasce dentro una serenità appagante che rimette in discussione il mio io spingendomi ad analizzare tutta quanta la mia vita, distesa su una prospettiva ad ampio raggio. E’ molto dolce guardare il mio passato con gli occhi nuovi di adesso. Uno sguardo che si connette prima con l’infanzia, con i suoi teneri giochi, le mitiche fiabe, la disarmante ingenuità. Poi si apre all’adolescenza con le sue infinite paure, l’eterno conflitto tra il desiderio di crescere ed evadere e la voglia di rimanere bambino. E con quella età lontana, mi sembra quasi di rivivere l’emozione per l’innocenza del mio primo bacio, le mattinate passate a scuola con i miei compagni, le uscite spensierate con gli amici, e con esse quella illusoria certezza di sentirmi eterno, di considerarmi eroe con un futuro davanti tutto da vivere. I miei pensieri ormai del tutto invasi di ricordi, improvvisamente focalizzano la mia attenzione sull’immagine della ragazza che è stata il mio primo vero amore, zoommando sui lineamenti bambineschi del suo viso: Quante promesse non mantenute! Quanti sogni e speranze naufragate! Dolci ricordi e tristi rimpianti si fondono insieme, in una danza simile più ad un rito di morte che ad una sinfonia di rimembranze. Questo suggestivo viaggio con la mente si sofferma adesso sulla figura di mia madre, ricordo sempre vivido; una donna attaccata morbosamente a me, ma d’un amore sincero, grande, direi esclusivo nei miei confronti. Un sentimento tanto forte da non averlo potuto avere da nessun’altra persona nel corso di tutta la mia vita. Anche mio padre si insinua nei miei pensieri, buffo e strano come non mai: quante cose avrei voluto chiedergli senza mai aver avuto il coraggio di farlo! E ancora ecco spuntare le mie due sorelle molto più grandi di me, forse avrei potuto aprirmi, dare loro di più. Con un sussulto inaspettato che scuote la mia anima, giungo col pensiero in quell’età importante dove si compiono le scelte che contano nella vita e che condizionano l’intera esistenza, mi riferisco alla famiglia da creare e al lavoro da svolgere. Proprio lì, in quel periodo fondamentale, io vedo tanto buio, buio fitto e nient’altro! Ansie, inibizioni, paure immotivate, errori continui, un’arresa senza reagire. Come vorrei in questo momento che una fantasiosa macchina del tempo mi rapisse e mi trasportasse con sé, proprio in quegli anni difficili della mia vita, così sofferti! Sicuramente sarei in grado di rimediare, guidato dalla maturità spirituale del mio presente. Ma non c’è mai il tempo di trovare il tempo per fermare il tempo! Ma forse tutto è destino, era scritto che dovevo comportarmi esattamente in quel modo perché la sofferenza genera sensibilità, e la sensibilità produce arte. Penso che non sarei mai diventato scrittore o poeta senza mai aver sperimentato inquietudine e tormento. Forse essere rimasto completamente solo era previsto come se io stesso fossi un predestinato. Riprendono ancora i miei pensieri a volare sulle ali della creatività che è in me e comprendo   di non aver mai trovato una mia collocazione in questa vita, forse perché vivo da sempre sospeso tra cielo e terra, anzi molto più proiettato nell’altra vita che in quella terrena. E’ mancata anche, quella donna che da sempre avrei voluto con me, verso la quale indirizzare tutta la ricchezza di sentimenti, chiusa a chiave nello scrigno del mio cuore, e sentire poi la sua anima respirare unita alla mia. Non ho mai sperimentato la grande gioia di veder nascere una piccola creatura, dono di Dio e più bel regalo che la vita possa offrire, e poi vederla crescere man mano e sentirmi chiamare papà. Ed ora, dopo che questo tempo è trascorso velocissimo piombandomi addosso come un ciclone, senza che io stesso me ne rendessi conto, senza nemmeno avermi dato il tempo di riflettere e di piangere, io sono qui davanti ad uno specchio, al quale non posso più fingere. Cristallizzato nei pensieri, in quest’età più vicina al crepuscolo dell’esistenza che all’alba di nuove prospettive, affido alla fede nel mio Signore l’ultima speranza che, con la Sua presenza, non è più convivenza col malessere di notti insonni senza risposte, ma apertura verso nuovi orizzonti, certi di eternità.

 

 

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                 LA VITA E L’AMORE

 

La vita umana, perennemente sospesa tra mistero e fede, sempre in bilico ed appesa ad un filo, non è altro che una corsa inconsapevole verso la morte, lungo un affascinante e doloroso percorso di crescita, scandito da vivide emozioni e nebulose paure. La zingara fortuna ne condizionerà la sorte.

L’amore, come infinite doglie che sperano in un parto, altro non è che la continua ricerca di noi stessi nell’altro sesso, adolescente desiderio d’una attesa senza fine che non troverà mai appagamento e realizzazione. L’uomo come la donna, nasce,cresce e muore solo.

 

 

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     DI NOTTE, IN UN CIMITERO DESERTO, MI      

     PARLA UNO GNOMO…

 

“Ascolta…solitario mortale fantasma, appaio solo ogni mille anni per volere del nulla, venendo da notti antiche. Prediligo i silenzi di luoghi insoliti e le solitudini di anime sconosciute a sè stesse. Ora anche tu sai che mille anni sono come un batter di ciglia e in questa fugace notte tu sei per non essere mai più.”

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                                                             LA MIA TOMBA

 

Oggi sono felice: si è avverato un sogno! Mi sono fatto una tomba tutta mia, col mio nome e cognome, la mia data di nascita, tranne quella di morte, ovviamente. C’è la mia foto scelta da me stesso, di quand’ero ragazzo. Ho inserito una mia frase molto significativa e ho scritto che sono scrittore e poeta. Ho messo inoltre tante statuine di angioletti, oltre ad una di Gesù risorto e della Madonna. Così lascio qualcosa di me ai posteri, oltre ai miei libri. Vado spessissimo a visitarla e porto solo fiori finti, immaginando con curiosità cosa potrà provare quel passante occasionale che transiterà da qui, più avanti nel tempo quando io avrò lasciato questa terra. Questo mio sogno un po’ strano ha le sue origini nella mia adolescenza, quando, attratto dai cimiteri e da tutto ciò che è sepolcrale, andavo a trovare la tomba di Marietta. Ma ora che ho fede, ho chiesto perdono a Dio e a lei stessa per averla sentita così forte, come fosse parte di me, fino a dedicarle un libro e 3 poesie. Ho promesso ad entrambi di non recarmi mai più sulla lapide di Marietta e di pregare ogni tanto per la sua anima. Ormai esiste solo la mia tomba!

 

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     SapphoErinna      LA LEGGE DEL SERPENTE

 

“Amatevi, gente del mondo intero, amatevi sempre ed in qualunque modo; l’amore, qualsiasi forma assuma, è sempre benedetto ed è sinonimo di felicità. Non bisogna mai aver paura di amare ma di odiare. Credete nell’amore universale, quello vero, incondizionato che non ha sesso né differenze d’età. E’ questa la vera libertà da difendere a tutti i costi e non esiste cosa più bella al mondo di sentirsi veramente liberi di amare chiunque: maschi con maschi, donne con donne, vecchi con giovani, ciascuno libero di tirare fuori la propria sessualità con le sue forme, inclinazioni e gusti. Un rapporto affettivo anche al di fuori del matrimonio che in fondo è solo un contratto che non può legare o sostituire un sogno. Non esiste ciò che chiamano <<perversione sessuale>>, è un inganno inventato dai falsi moralisti e soprattutto dalla chiesa che giudica senza conoscere l’amore fisico, un artificio creato per anestetizzare le coscienze e neutralizzate l’istinto sessuale che invece è un meraviglioso dono che la natura ha regalato agli uomini, non solo per procreare: un piacere naturale che annulla il dolore e attenua lo stress psicofisico. L’unica devianza sessuale semmai è la castità, non vi è infatti nessun motivo per praticarla restando puri, lasciamola ai preti e alla suore, contenti loro!

In fondo se due esseri umani si amano o fanno sesso consapevolmente e volontariamente, che male fanno? Dov’è il peccato? Che bigottismo parlare di fornicazione, sostenere con presunzione di verità e senza alcuna prova o fondamento che l’arte erotica è demoniaca, procurando così assurdi sensi di colpa, tabù, complessi, frustrazioni e a volte persino impotenza o frigidità. Perché tornare indietro al Medioevo, alla caccia alle streghe, a bruciare nel rogo o a lapidare, secondo antiche tradizioni contenute in delle scritture definite sacre dagli uomini, scritte da loro stessi ed attribuite a Dio? Gli esseri umani per trovare uno scopo alla propria esistenza e per vincere ancestrali paure hanno creato Dio e non viceversa. Evviva quindi i matrimoni gay e le unioni civili, simboli di emancipazione e di civiltà, del resto si può essere credenti e praticare l’omosessualità, le due cose non sono incompatibili, l’amore non può essere colpevolizzato perché è “amore”, la parola più importante che esista. Se un uomo sente di sposare un altro uomo ed è felice così, perché non concretizzare questo desiderio? Lo Stato dovrebbe mantenersi laico rispettando anche chi eventualmente non crede e si professa ateo, non si può imporre a nessuno di avere fede seguendo le regole della chiesa. E poi ognuno è diverso da un altro, è unico, con i suoi propri gusti. La diversità è un valore da tutelare e difendere, è una vera ricchezza perché rende la vita più varia e colorata, meno scontata e massificante. La nostra esistenza è così breve, la morte arriverà prima di quanto ci si aspetti, annientando definitivamente tutto. Allora perché non vivere intensamente anche la propria sessualita?”

 

Così ragiona e parla il diavolo, il più grande, intelligente, furbo, abile mistificatore, menzognero di tutti i tempi. E’ proprio lui il più grande credente perché sa bene dell’esistenza di Dio e conosce a memoria le Sacre Scritture manipolandole nelle menti degli uomini secondo il proprio interesse, usando come pretesto una falsa libertà capace di renderci inconsapevolmente gli ultimi degli schiavi. Una libertà lontanissima mille anni luce dalla libertà autentica che porta pace nel cuore. Quella libertà pura perchè preziosa che ci fa sentire figli di Dio, creati per amare ed essere amati ma d’un amore vero che viene dal Padre e che è dono di sé. Ma soprattutto un modo di essere liberi che scaturisce dall’osservanza della Sua Parola e che risulta conforme alla Sua volontà.

 

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ELEMENTARE SAGGIO SULLE DEVIANZE   SESSUALI

 

Premetto di non essere un sessuologo né uno psicanalista, non sono neanche laureato, quindi, non avrei nessun titolo o qualifica per potermi esprimere. Non mi ritengo neppure un saggista per crearmi eventualmente un alibi. Ciò non mi impedisce però, di scrivere con sincerità e nella massima umiltà, il mio pensiero. Lungi da me l’idea di voler imporre verità o dogmi, o di ergermi a giudice. Sono piuttosto spinto, come sempre del resto, dalla mia creatività irrefrenabile, che ormai reclama spazi in qualunque direzione o competenza. Non ho pretese di nessun tipo, tento solo di tirare fuori la mia idea in merito, ciascuno è libero di condividerla o meno. Il tema che sto per trattare è delicato, è riguarda nello specifico le inclinazioni sessuali, fuori dalla norma. Non mi riferisco alle “perversioni sessuali” (sadismo, masochismo, feticismo, scambismo ecc…); suddette patologie richiederebbero infatti un’attenzione particolare vista la loro stretta correlazione con i demoni d’impurità. Ma piuttosto prendo in considerazione quelle inclinazioni sessuali assai diffuse e che coinvolgono parecchi soggetti (omosessuali, pedofili, gerontofili). Io ne parlo per esperienza e per conoscenza diretta, e non, lo sottolineo ancora, per preparazione scientifica. Comincio col dirvi che la radice, almeno all’inizio, non è diabolica, cioè i demoni d’impurità non sono la causa che spinge l’uomo verso l’uomo, la donna verso la donna, il giovane verso il vecchio, l’adulto sull’adolescente o il bambino. Ma allora perché esistono questi gusti particolari? Cercherò di spiegarlo in maniera semplice, direi elementare. L’uomo è stato creato da Dio a sua immagine e somiglianza e il suo spirito ha in sé l’essenza dell’immortalità. Ma, per adattarsi a questa valle di lacrime che è la terra, è costretto a chiudere la sua spiritualità dentro un involucro di carne che è la materia. Quindi la fisicità corporea è soggetta ad imperfezioni e difetti. Dio ha creato il corpo umano con minuziosa attenzione, ogni organo ha la sua specifica funzione, una vera opera d’arte. Ma la natura umana, in quanto fragile, può sin dalla nascita essere guastata. Così c’è chi nasce con un lieve difetto, chi con un altro più accentuato, chi, per fortuna, nasce sano, ed è la maggioranza. Non voglio essere frainteso. Sgombro subito il campo dall’idea che chi ha orientamenti sessuali non conformi alla norma, sia secondo me, malato o patologico. Non si tratta di una malattia fisica, il soggetto deviato è sano come tutti. Il problema è genetico, nasce con la venuta al mondo, cioè omosessuali, pedofili, gerontofili si nasce e non ci si diventa e, al 99 per cento dei casi, ci si rimani fino alla morte. Ma cercherò di essere più chiaro, permettetemi però di farvi un esempio tanto banale, quanto efficace. Immaginate una autovettura che esce dalla fabbrica con i fari obliqui, orientati in maniera direi schizofrenica, in varie direzioni. La macchina è perfettamene funzionante, basta girare la chiave e si mette in moto. Solo che il guidatore, senza avere colpa, vedrà illuminate determinate visuali, mentre le altre rimarranno buie. Questa situazione è la stessa che accade a chi ha una devianza sessuale. La sfera relativa all’istinto sessuale del soggetto, che fisicamente è perfettamente sano come la macchina, è orientata esclusivamente verso persone dello stesso sesso o di età differente a secondo dell’inclinazione. Cioè nella mente del soggetto deviato, il gusto sessuale va esclusivamente verso l’oggetto desiderato, escludendo qualunque altro, proprio come il faro che illumina una zona e lascia buia un’altra. La cosa grave consiste nel fatto che l’intensità sessuale del deviato non è simile a quella che scatta tra uomo e donna, ma molto più forte, a volte perfino incontrollabile. Ora, se il corpo umano fosse una macchina, basterebbe andare dall’elettrauto per risolvere il problema. Purtroppo non è così per l’essere umano che è molto più complsso. E’ chiaro che i soggetti che nascono così, saranno i primi ad essere attaccati dai demoni d’impurità che, svolgendo il loro compito specifico, li spingono a non credere in Dio, ad allontanarsi dalla chiesa, ad accettarsi per come sono quasi con orgoglio, a non seguire la Parola di Dio che santifica solo l’amore tra uomo e donna, coronandolo con la procreazione. Senza l’aiuto di Dio e senza la presenza dello Spirito Santo, per i demoni sarà vittoria. Io lo so che dal punto di vista legale non si possono mettere sullo stesso piano omosessualità e pedofilia ma la radice è uguale, cambia solo la direzione del faro, per tornare alla macchina. Il soggetto deviato è talmente affascinato dall’oggetto desiderato, da giustificarne perfino di esserne innamorato, considerandolo normale, perché qualunque cosa piaccia assai, uno se ne innamora. Questa è la folle logica di chi reputa normale ciò che non lo è né per Dio né per la natura. Del resto basta guardare l’anatomia dell’uomo e della donna per comprendere che sono stati creati per stare insieme. Auguro di cuore a tutti questi soggetti di pregare moltissimo e di mettere le proprie vite nelle mani di Dio che li ama tantissimo e sa bene i loro problemi. Sarà Lui a guidare la vostra vita anche se non avverrà il miracolo.

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                           ALTI E BASSI

 Nella pace di questa sera attendo la tempesta.

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ALBA

 

Alba!

 

tu stai sorgendo,

 

silenziosa brezza nell’aria,

 

leggiadre ali intorno.

 

Alba!

 

tu stai spargendo

 

il tuo colore

 

sul mare

 

addormentato.

 

La tua pace

 

mi sta

 

cambiando.

 

La mia anima,

 

svegliandosi,

 

si sta aprendo all’amore

 

verso l’infinito.

 

Io sento

 

che sto per nascere

 

sì,

 

lo sento,

 

io sto nascendo.

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IN SILENZIO

 

Io e te,

 

mano nella mano,

 

camminiamo verso il sole

 

guardandoci in silenzio.

 

Le nostre orme sono raggi di luce,

 

nel loro chiarore, riflesso,

 

osservo il tuo viso dolcissimo

 

che m’incanta, in silenzio.

 

Siamo solo noi due,

 

creati l’uno per l’altra,

 

rapiti da questo sole immenso.

 

Un amore senza fine grande più di noi

 

ci trascina via lontano

 

e tu esisti ormai dentro di me

 

ti sento in ogni parte del corpo,

 

tu sei l’aria che sto respirando,

 

sei la mia stella che brilla nel cielo.

 

Vicinissimi, avvolti dal calore,

 

noi ci amiamo sfiorandoci in silenzio.

 

Siamo in viaggio da qui all’eternità,

 

eroi di un sogno in questo breve vivere,

 

non svegliamoci mai,

 

ed ora, in quest’istante magico,

 

tu ed io siamo un solo essere,

 

non so più dove finisci tu e comincio io,

 

dove si dilegua il sogno e appare la realtà,

 

ora tutto acquista un senso

 

e finalmente scopriamo insieme

 

che c’è qualcosa di noi,

 

un motivo per vivere.

 

Non siamo più soli,

 

finché mi starai vicina, saprai tutto di me,

 

avrai il meglio di me stesso

 

e tu con me sarai sincera.

 

Stringimi la mano più forte,

 

sei l’unico scudo tra me e il mondo,

 

ho bisogno di te per non morire.

 

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PRIMO AMORE

 

Un’ondata improvvisa di luminosi ricordi

 

sommerge per un attimo i duri scogli della mia realtà

 

e la schiuma che ritorna al mare,

 

lascia un immenso prato verde

 

ricamato morbidamente dalle esili mani della primavera

 

e in quel giardino, d’incanto,

 

sbocciarono fiori di mille colori e ali dorate di farfalle,

 

lì v’era un bimbo che inseguiva felice il volo d’un aquilone

 

ed una bambina

 

che sfogliava dolcemente i petali d’una margherita.

 

Era bello correre insieme a lei, mano nella mano,

 

tra le spighe di grano più alte di noi

 

e l’azzurro del cielo che sembrava così vicino, non finire mai,

 

saltellare a gara con i cerbiatti,

 

e seduti in riva al ruscello,

 

gettare ramoscelli sull’acqua per vederli galleggiare dolcemente

 

e all’imbrunire, sudati e sporchi di terra,

 

scappare sul colle più alto

 

ed osservare il volo libero di stormi di gabbiani su oceani limpidi,

 

aspettare in silenzio l’arrivo dell’arcobaleno con i suoi mille colori

 

e lì: “Io ti voglio bene anche se non so baciare” le dissi

 

col cuore che batteva forte come un uragano,

 

lei sorrise, mi baciò la guancia

 

e sbocciava così il mio primo amore

 

mentre una cicogna volteggiava in festa per me.

 

Ed ora, proprio in quest’istante mentre ti bacio amore mio,

 

io rivivo l’emozione d’allora,

 

la stessa gioia ti giuro, lo stesso candore

 

e quanti ricordi ancora vorrei rivivere con te,

 

non più da bambino, ma da uomo ormai,

 

quante piccole emozioni nascoste in fondo al mio cuore

 

vorrei regalarti!

 

quanti segreti avrei da svelarti!

 

Ma tu … tu non capiresti mai

 

perché non so capirmi neanch’io

 

e non so come mai stai con un ragazzo come me

 

che ha ancora quei prati vergini nell’anima,

 

che resta sempre solo anche se tu sei qui vicino a me

 

pronta ad amarmi: che buffo!

 

Ti prego non dirmi che sono un bambino

 

anche se non so far l’amore,

 

anche se il mio mondo è ingenuo.

 

Tu mi sorridi e sfiorandomi la mano, mi dici:

 

“Non esiste al mondo ragazzo migliore di te”.

 

Amore mio,

 

io ti amo per non sentirmi solo,

 

per sorridere e volar via,

 

per vincere la paura che c’è in me,

 

per fermare la mia giovinezza che va via.

 

Amore mio,

 

è così naturale essere felici,

 

come mai la gente non lo sa,

 

non mi crede!

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DOLCISSIMA STELLINA

 

Dolcissima Stellina,

 

timida come un pallido sole dietro le nuvole,

 

tenera come un piccolo usignolo addormentato sul nido,

 

dal sorriso luminoso e fresco come stilla di rugiada

 

tu sei per me il sogno d’una notte incantata,

 

l’effimera illusione d’un amore irrealizzabile.

 

Sei in questo mio vivere terribilmente oscuro

 

come una luce fioca

 

che da lontano cresce… cresce… fino ad abbagliarmi l’anima

 

col tuo modo di muoverti sublime come ali di cigno

 

e la tua voce melodiosa come cori di augelli.

 

Lacrime lucenti di gioia

 

brillano adesso nei miei occhi.

 

In un attimo tu hai riempito di bello il mio cuore,

 

dipinto di sogno la realtà

 

ed io non vorrei mai più svegliarmi da questo momento magico.

 

Sembra quasi d’averti già conosciuta tanto tempo fa

 

in qualche sogno lontano chissà dove

 

e se guardo attentamente nel fondo dei tuoi occhi,

 

scopro in essi l’infinito vibrare

 

e tu ed io uniti che voliamo via sempre più su senza limiti,

 

dileguandoci come due gabbiani liberi verso l’orizzonte.

 

Restano ammutolite nel mio silenzio magico

 

mille parole, mille sensazioni

 

che sento ma non riesco ad esprimerti,

 

non so come spiegartelo

 

ma avverto dentro, qualcosa d’indefinibile, mai provata prima,

 

meravigliosamente reale al tempo stesso:

 

un bene prezioso e profondo sommerso in me stesso

 

come il rosso corallo negli abissi del mare.

 

Da una vita sono in cerca di te

 

ma tu sei più di quanto aspettassi.

 

Dolcissima Stellina

 

Abbi cura di te, ti auguro di non cambiare,

 

resta quel germoglio che sei adesso.

 

Non gettare al vento il fiore della tua giovinezza,

 

non smarrire col tempo la purezza dei tuoi sguardi,

 

l’armonia d’ogni tuo gesto

 

perché solo tu riesci a sorridermi con gli occhi,

 

hai in te qualcosa in più che appartiene solo agli angeli:

 

che ne sarà mai del tuo viso innocente e pulito

 

quando, domani, cadranno le lacrime degli anni?

 

e quel giorno, ora tanto lontano, ti ricorderai di me?

 

Addio mia dolcissima Stellina!

 

avrei voluto darti molto di più

 

tornando adolescente insieme con te nel tuo mondo

 

ma sono dai tuoi anni

 

ormai disperatamente lontano.

 

Ti lascio in questa poesia

 

il mio ricordo di ragazzo solo come te

 

ed ogni volta che la leggerai, d’incanto,

 

non esisteranno più barriere né distanze tra noi due,

 

io, di colpo, rinascerò in te

 

e tu, specchiata nella mia anima,

 

sarai qui vicino a me.

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BELLA MESSINA

 

Come chiave d’oro che apre al paradiso,

 

Messina spalanca la porta alla Sicilia perla incantevole.

 

Bella Messina,

 

che si lascia corteggiare da due mari,

 

contemplata dall’alto dalle sue montagne,

 

sempre spettinata dal vento,

 

bagnata dal mare ed asciugata dal sole,

 

Messina presa per mano dalla Madonna.

 

Bella Messina

 

quando dondola dolcemente le navi del suo porto,

 

quando incoraggia e protegge il sudato lavoro dei suoi pescatori,

 

quando saluta piangendo ma aspetta con ansia

 

il ritorno d’un suo figliuolo che s’allontana senza lavoro,

 

quando, nelle sue ville, accompagna il lento andare d’un vecchio,

 

guarda commossa gl’innamorati delle sue panchine,

 

gioca trasformata in bambina con i suoi piccoli.

 

Bella Messina

 

quando si tinge di giallorosso dietro la sua squadra,

 

quando si pavoneggia per accogliere i forestieri,

 

quando, tutta parata, si trucca con i colori della vara

 

ed il mito dei Giganti,

 

divertente e scapestrata come il suo dialetto.

 

Messina lunga donna dagli esili fianchi

 

con gli occhi blu come il suo mare

 

ed i capelli d’oro come il sole delle sue spiagge,

 

baciata sulla superficie del mare da mille gabbiani,

 

che col suo stretto maliziosamente s’avvicina

 

senza lasciarsi toccare,

 

Messina che all’alba apre gli occhi sul mare

 

e di notte s’addormenta sotto un lenzuolo di mille luci.

 

Messina solare dalle ali libere verso l’orizzonte

 

con gli occhi luminosi mai annebbiati,

 

sposa d’un clima ch’è armonia in ogni stagione,

 

Messina che con frutti e fiori profuma di primavera.

 

Bella Messina

 

defunta ma risorta dopo il 1908,

 

Messina che vuole andare avanti,

 

che non vuol morire più,

 

vestita ormai di abiti sempre più moderni.

 

Bella la mia Messina

 

è la mia terra, la mia città,

 

qui sto bene, sono felice.

 

Ogni sua strada, ogni sua via

 

è casa mia, il mio giardino.

 

In lei sono nato

 

ed in lei voglio morire.

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TU BAMBINA

 

Tu bambina, tu semplicità,

 

tu gioia e serenità, tu l’infinita innocenza.

 

Tu che vivi felice i giorni della tua giovinezza,

 

tu che ti affacci con paura alla tua adolescenza.

 

Dai tuoi occhi traspare ancora

 

la magia di un mondo che sa di fantasia

 

e chissà se il tuo piccolo cuoricino

 

riuscirà ad esprimere ciò che sente dentro.

 

È sbocciato adesso un amore

 

e forse stai provando qualcosa che non hai mai provato prima,

 

sarà per te il primo dolore

 

ma sarà dolce lo stesso come il succo d’una caramella,

 

e le prime lacrime

 

avranno ancora lo splendore della tua innocenza.

 

I tuoi pensieri sono di amori fugaci,

 

i tuoi giochi tenere primavere

 

e tu ora dondoli spensierata nell’altalena dei tuoi desideri

 

come quando stringevi la tua bambola

 

che hai perso ormai.

 

Dipingerai di sogno i tuoi giorni,

 

colorerai d’arcobaleno persino i tuoi disegni

 

e li annoterai dolcemente nel tuo caro diario.

 

Vorrei regalarti una vetrina e riempirla dei tuoi sentimenti

 

così chiunque, sostando lì,

 

scoprirebbe la ricchezza che hai dentro.

 

Crescerai in fretta e non mi vedrai più con gli occhi di bambina

 

so che ti perderò per sempre.

 

Mille ed infinite parole non bastano a descriverti,

 

mille ed infinite poesie

 

non potranno farti capire quanto sei importante

 

ma quello che provi dentro non crescerà mai,

 

servirà a farmi rivivere ricordi di adolescenze perdute.

 

Con te bambina

 

correremo insieme e voleremo via lontano

 

verso nuovi orizzonti,

 

lì, resteremo per sempre

 

anche se dovrò dirti mille ed infinite volte: “Tu bambina”.

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LA FINE DELLA CICOGNA

 

Un serpente velenoso

 

s’insinua vischioso nel mio giardino d’infanzia,

 

due mani sporche di fango,

 

maliziosamente,

 

rubano al mio impubere corpo l’innocenza.

 

Sui miei occhi appena aperti

 

calano inesorabili ombre senza più luce.

 

I sorrisi ingenui delle fate

 

divengono tentacoli della paura.

 

Muore sbocciando quel fiore reciso

 

che non crescerà più.

 

Mi hanno ucciso la cicogna

 

e con lei anche Gesù Bambino.

 

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NOSTALGIA

 

Le inquietudini del mio primo bacio

 

e poi le affascinanti scoperte intime,

 

i primi turbamenti,

 

quei peccati d’una età che non torna più,

 

scomparsa per sempre.

 

E tu sorellina timida timida

 

ed io fratellino impacciato e buffo,

 

tra sguardi e silenzi ci spiavamo dentro l’anima,

 

imparavamo ad amare.

 

Cerco invano di ricreare quegl’innocenti momenti intensi,

 

provo con la fantasia a tornare bambino

 

insieme con te nella poesia di quel nostro magico mondo,

 

mi ritrovo il fantasma d’un uomo

 

già inesorabilmente invecchiato.

 

Quelle due giovani creature

 

ora son come cristalli di ghiaccio d’un viso d’inverno.

 

Quell’antica primavera

 

è ormai neve e gelo.

 

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RICORDO D’UNA RAGAZZA SCOMPARSA

 

Le serate passate sulla nostra scogliera,

 

il bacio lì, in riva al mare

 

col tramonto che ascoltava le nostre anime

 

mentre il mare suonava la nostra canzone.

 

Tanti ricordi, tanti momenti felici,

 

tanto amore.

 

È questo che vorrei gridare in silenzio

 

ma a che serve ora che non ci sei più?

 

La tua vita è stata troppo breve

 

come il nostro amore.

 

Forse il tuo compito

 

era farmi provare un sentimento nuovo per me: l’amore

 

per poi scomparire come un angelo.

 

Sei salita al cielo

 

ed ogni notte, piangendo,

 

cerco di vederti tra le stelle.

 

Addio per sempre!

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SPERANZA

 

Nel buio della mia solitaria esistenza,

 

proprio sul punto di smarrirmi,

 

vorrei improvvisamente incrociare la luce dell’amore,

 

tra mille volti riconoscere il tuo soltanto,

 

e come un bambino,

 

di colpo,

 

scoppiare a piangere di gioia.

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VIAGGIO NELL’ANIMO MIO

 

Muta di parole e sguardi,

 

la mia mente vaga lontano in penombra

 

dove il pensiero non ha confini

 

e tutto può sembrare reale.

 

Così, col bisogno del ricordo e del pianto,

 

penso al mio passato e alla sua perduta giovinezza,

 

al mio presente fatto di tempo fuggente,

 

al mio futuro sconosciuto ed incerto nelle sue mille paure.

 

Quanta dolcezza nel guardarsi dentro e perdersi in sé stessi!

 

Quali emozioni

 

nel vagare libero tra solitudini e silenzi profondissimi!

 

Mi scuoto

 

e lentamente mi desto da un viaggio

 

nel profondo della mia anima,

 

del mio essere così fragile, così indifeso

 

rispetto alla grandiosità della mia vita.

foto da inserire accanto alla poesia LA LUCE DEL COSMO

 

 

 

 

VOLO

 

 

Ho aperto i miei occhi, liberato la mia mente

 

sfidando tutti i miei limiti,

 

ho lasciato alle spalle gabbie, catene,

 

labirinti, muri insormontabili,

 

e quell’uomo morto ch’ero ieri

 

e che oggi non riconosco più,

 

fino a ridere della mia disperazione del passato,

 

persino la morte sembra inchinarsi

 

alla mia nuova voglia di vivere.

 

Dentro di me

 

l’oscurità s’è trasformata in un riverbero di luce,

 

nell’anima esplode

 

l’incredibile forza dell’amore verso la vita.

 

Vedo nuovi orizzonti

 

distendersi davanti ai miei occhi.

 

Intorno a me

 

spazi infiniti m’invitano a raggiungerli.

 

Tutto è ancora da scoprire

 

e mi sta aspettando,

 

e con l’entusiasmo di un bambino,

 

m’accorgo per la prima volta,

 

quanto sia meraviglioso vivere.

 

Non ho più paura ormai.

 

Solo,

 

con il vento in faccia,

 

apro le mie ali

 

e mai più mi fermerò.

 

Finalmente adesso volo.

 

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RICORDI

 

 

Si dirada come per incanto

 

la nebbia che mi avvolge

 

e s’apre d’improvviso il cielo

 

col suo manto azzurro,

 

torno a ritroso nel tempo in seno ai miei ricordi

 

come alghe marine che succhiano caute mammelle di roccia.

 

Mi vedo a otto anni

 

quando avevo un’amica soltanto

 

che volevo bene come sorella.

 

Ricordo ancora come fosse ieri

 

i suoi capelli neri a boccoli

 

che le coprivano quell’esili spalle

 

come schiuma del mare accarezza gli scogli.

 

Era una bambina orfana

 

e la sera, quando andava a dormire,

 

si addormentava con due pupazzi vicino:

 

un orsacchiotto grande suo padre, una Barbie la madre,

 

aveva un segreto, teneva quei pupazzi sotto il cuscino.

 

Mi chiedeva spesso:

 

“Come mai le tue poesie son tristi e tu non ridi mai?”

 

non sapevo mai risponderle.

 

Da grande sognavo già di sposarla,

 

le dedicavo poesie e come per magia il suo caro viso spariva

 

ed io mi vedevo in un teatro affollato

 

con tanta gente in piedi ad applaudirmi.

 

A quindici anni

 

evitavo i compagni, i giochi e le feste

 

e restavo da solo per ore

 

ad osservare la distesa infinita del mare,

 

una voce dentro mi ripeteva sempre:

 

“I sogni non muoiono mai”.

 

Cercavo la libertà,

 

mi chiedevo se nell’universo esistesse qualcuno simile a me,

 

immaginavo di volare via per scoprire il mondo

 

senza ritorno, senza fermarmi

 

come un’onda senza mai una spiaggia

 

ed i miei occhi ragazzini curiosi e attenti,

 

si perdevano in lontananza,

 

laggiù dove si disperdeva il mare oltre l’orizzonte.

 

Son diventato uomo troppo in fretta

 

e non riesco più a sognare.

 

Cerco ancora l’arcobaleno d’allora,

 

trovo le inquietudini di adesso.

 

La speranzosa attesa d’un tempo,

 

le antiche illusioni,

 

come oggetto prezioso caduto per terra

 

e frantumato in mille pezzi,

 

sono morte e crollate inesorabilmente

 

nell’amara consapevolezza del nulla che mi circonda.

 

Ma perché bisogna dire addio

 

sempre alle cose più belle?

 

alle delizie che promette ma non concede la vita?

 

Rassegnati animo mio,

 

le tue domande non conosceranno mai risposte!

 

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IL TRENO DELLA VITA

 

 

E il treno corre,

 

corre lontano sui binari della vita,

 

lungo la strada del mio dolore.

 

Va via velocemente

 

proprio come i miei anni,

 

il mio tempo che scorre.

 

Dai vetri del finestrino il quadro cambia sempre

 

vedo montagne invalicabili di paure,

 

pianure non più verdi di speranze invecchiate,

 

laghi salati di pianto amaro.

 

Vedo fiumi, violente cascate trascinare via tutto quanto,

 

mari in tempesta come i miei pensieri irrequieti.

 

Vedo gallerie coprire il sole come i miei momenti bui,

 

prigioni di tanti limiti ed arrese,

 

miraggi di felicità nei deserti della mia esistenza,

 

il cielo dove non ho mai volato,

 

lontane isole esplorate solo nei sogni,

 

nebbia lontana e foschie senza amore, senza fortuna

 

e poi

 

file di alberi e nuvole passare come un susseguirsi di emozioni,

 

paesi e città fuggire malinconicamente come i ricordi più belli,

 

prati verdi dove correvo sull’erba da bambino,

 

rivedo mia madre aspettarmi a braccia aperte,

 

odo nel vento la sua voce che mi chiama.

 

Il treno corre

 

la sua corsa senza fine

 

senza ritorno, senza fermate

 

ed io via con lui

 

m’allontano sempre più senza sapere dove andrò,

 

certo di perdermi solo

 

come un vagabondo senza famiglia.

 

Addio casa mia d’infanzia!

 

Addio amici della mia adolescenza!

 

Addio giovinezza perduta per sempre!

 

Quanta struggente nostalgia mi avete lasciato!

 

Com’è triste non poter tornare indietro!

 

Ma perché la vita è una corsa continua?

 

Perché la fine di un viaggio non c’è mai?

 

Mi fermerò soltanto

 

quando giungerà l’autunno con la sua folata gelida,

 

come foglia ormai ingiallita,

 

sarò strappata dal mio albero,

 

trascinata nel vento.

 

 

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LA FRASE PIÙ BELLA

 

 

“Se per gli altri ormai sei grande

 

per me resterai sempre il mio bambino”.

 

È la frase più bella che mi hai detto

 

e che da sempre avrei voluto sentire.

 

È un pensiero profondissimo,

 

a tal punto che neanche tu puoi capire quanto.

 

Forse è Dio che ti ha ispirato

 

per rendermi felice.

 

Tu mi hai gettato in mare un’àncora di salvezza

 

dove io mi aggrappo con tutte le mie forze per non annegare

 

e trovo le mie poesie, il tuo amore per me.

 

Nessuno malgrado i propri sforzi

 

è mai riuscito a cogliere la mia ricchezza interiore,

 

la mia sensibilità profondissima, la mia particolarità,

 

il mio disperato bisogno d’amore.

 

È solo riuscito a intravedere

 

come sono dentro

 

ma in lontananza

 

senza mai percepirmi a fondo.

 

In questo mondo dell’immagine

 

l’apparire conta più dell’essere

 

anche perché spesso l’essere non c’è.

 

Amante della solitudine e della tenerezza,

 

senza nessuno che mi somigli,

 

cerco da sempre

 

un’anima che mi comprenda.

 

 

 

 

ATTRAVERSANDO IL SOLE

 

 

Da questo carcere,

 

chiuso dietro le sbarre,

 

vedo il sole uscire dai monti.

 

La sua luce m’abbaglia.

 

Continuo ad osservarlo

 

con l’anima aperta alla speranza

 

ed i miei occhi rimbalzano sul suo splendore

 

e vanno su te

 

che sei così tanto lontana

 

al di là della mia immaginazione.

 

Ti vedo riflessa nel sole in controluce.

 

E tu puoi guardare me.

 

Tu ed io alle due estremità d’una scia luminosa

 

che ci avvicina passo dopo passo

 

unendoci sempre più.

 

Ci veniamo incontro

 

percorrendo raggi di luce.

 

Ora tutti sono morti,

 

sono più vecchi

 

ma noi due siamo ancora insieme nell’aria

 

come bambini

 

attraversando il sole.

 

Ho cercato a lungo qualcosa che non c’è

 

bastava semplicemente che guardassi il sole.

 

Dalla sofferenza scaturisce il carburante per la rinascita!

 

Non occorre essere in carcere per sentirsi prigionieri

 

dentro di me mi sento adesso libero,

 

il male ha finito di avermi in pugno: è inefficace.

 

È l’ultimo atto del suo progetto diabolico.

 

Il demone ora trema ed è lui ad aver paura di me.

 

 

 

 

PREGHIERA D’UN’ANIMA IN PENA ALLA LUNA

 

 

Luna,

 

tu muta e bianca

 

sul destino degli umani

 

posi silente lo sguardo.

 

Solinga e distante,

 

sorella del buio e delle ombre,

 

non ti diletti e non piangi

 

ma taci,

 

osservi e sempre taci.

 

Eppure chi può dirmi se non tu sola

 

se è per natura perdente l’umana sorte

 

o se riposerà alfin ciascun mortale

 

e avran sollievo le sue notturne paure?

 

Vorrei chiederti o mia cara luna

 

a che serve vivere

 

e dove porta questo terreno viaggiare,

 

per cosa si arresteranno i battiti del mio cuore?

 

Ma tu mi appari misteriosa e vana

 

come lo è tutta l’esistenza umana

 

senza risposte, né certezze,

 

incurante della mia anima che anela, brama di sapere.

 

Io fragile essere, piccolo e limitato

 

tu immortale creatura d’uno sconfinato universo,

 

eppure quanta grandezza nell’umano spirito

 

nel desiderare l’infinito pur comprendendo la propria piccolezza!

 

Silenziosa luna presto dovrai andar via,

 

l’alba si sta svegliando,

 

la terrena notte illuminerai nuovamente alla fine del giorno

 

ma gli occhi del mortale uomo rivedranno ancora luce?

 

e le piante e gli animali tutti qual destino avranno?

 

Luna

 

musa ispiratrice di poeti e cantanti,

 

meta irraggiungibile di sogni lontani,

 

compagna notturna di viandanti e zingari,

 

lascia che io alzi lo sguardo fino a te,

 

ultima sconsolata preghiera d’un’anima in pena.

 

Tu luna vegli sopra uno strano mondo

 

fatto di pazzi.

 

Qui non c’è amore né comprensione

 

ed io non voglio più starci.

 

Un immenso buio

 

ha schiuso le ali sul mondo

 

e sul cuore degli uomini,

 

e questa notte sembra non aver mai fine.

 

Addio anche a te luna!

 

la mia solitudine è ormai segnata

 

in un presagio di morte

 

che prelude al pianto.

 

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SOGNO

 

 

Io cerco

 

quel che non esiste

 

e che nel nulla svanisce

 

in un effimero sogno.

 

 

 

 

IL MISTERO

 

 

Rapito dal tuo vortice

 

sto scrutando il tuo cielo infinito,

 

volteggiando nel tuo vento impetuoso,

 

naufragando nel tuo mare in tempesta,

 

sprofondando nei tortuosi meandri della mia mente,

 

ma sto solo impazzendo

 

perdendomi in un labirinto enorme.

 

Scopro l’ignoranza della scienza.

 

Smarrisco la mia fede.

 

Rimango spaventosamente affascinato.

 

Sulla riva un bimbo col suo secchiello

 

vuol prendere un pò alla volta tutto il mare.

 

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MORTE SOLITARIA IN UN CIMITERO DESERTO

 

 

Odore di morte, ricordi segnati da croci,

 

paura angosciosa, solitudine senza fine,

 

tristezza cupa, silenzio assopito,

 

pianti accorati, rosario di dolore.

 

Lumicini ardono, crisantemi ornano le tombe,

 

fotografie di gente che non è più,

 

ombre vaghe di cipressi,

 

aria che trema di fiamme e di preghiere,

 

io che diverrò cenere, sarò ombra di nulla,

 

niente rimarrà di me:

 

e quale conforto potrò avere,

 

perduto tra volti sbiaditi di fotografie d’epoca,

 

dagli occhi tristi dei posteri?

 

Una bimba inginocchiata su una tomba,

 

col cuoricino infranto e gli occhi che s’apron a stento,

 

unisce le sue labbra e per due volte le dischiude

 

supplica e singhiozza un nome santo,

 

il nome della sua mamma.

 

Un angelo sceso dal cielo

 

su lei schiude le ali,

 

e non visto,

 

nelle mani raccoglie quelle stille viventi per il suo Signore.

 

Io, smarrito, da solo,

 

come un uccellino spaurito,

 

vado per le vie di un cimitero deserto.

 

Con la mente nel buio

 

cerco la mia tomba.

 

Quì dentro tutti mi somigliano

 

loro morti davvero, io defunto dentro,

 

con i morti ci so stare.

 

Io muoio pian piano così

 

nel triste rosario delle cose che non han ritorno

 

ma tutto rimarrà com’era,

 

la mia vita è inutile,

 

nessuno mi ricorderà,

 

nessuno s’accorgerà che sono andato via.

 

Io solo nella vita,

 

io solo con la morte addosso.

 

Tomba abbandonata in un angolo oscuro,

 

faccia sbiadita dal pianto,

 

occhi già ciechi nel buio,

 

rughe sul mio viso ancora giovane.

 

Anima mia stanca, ricordi che non avuto mai,

 

sogni svaniti nel nulla, speranza affievolita dal tempo,

 

amore che non mi riscalda più, giovinezza che non è più mia,

 

morte che mi viaggia accanto.

 

Questo son io, altre parole non servono.

 

Eppure la voglia di gridare,

 

di ridere forte, di spaventare la morte,

 

c’è ancora dentro me.

 

Eppure sono figlio della luce, brillo sotto il sole,

 

ho ali per volare, un cuore per amare,

 

una mano tesa ancora c’è,

 

ma il mio sangue è fragile per vivere, troppo fragile!

 

getto via l’acqua pur assetato di vita

 

e chissà, forse qualcuno mi capirà,

 

mi darà il suo sorriso, mi salverà.

 

No, il buio, no!

 

Ma poi torno in grembo all’eterno destino.

 

Il tempo è crudele con me,

 

mi strappa via dalle cose che sentivo più mie.

 

La vita è una corsa inarrestabile,

 

gli anni scivoleranno su me ed io non potrò più fermarli,

 

so bene che soffrirò, invecchierò,

 

piangerò tanto, morirò.

 

Aspetterò in silenzio,

 

questo tempo nemico della bellezza sciuperà il mio corpo,

 

trascinerà via la mia ultima fiamma,

 

disperderà ogni mia speranza,

 

qualcun altro la raccoglierà.

 

Tutto fugge e va via veloce portando via anche me

 

ed io mi accorgo che non mi resta niente,

 

forse solo una lacrima perduta

 

in fondo al mio cuore,

 

forse solo il bene che ho dentro

 

che mi fa amare di più.

 

Ed io sto male

 

e piango in silenzio nel buio della notte,

 

nascondo nel pianto la mia poesia.

 

Signore,

 

ho un vuoto dentro

 

e in questo vuoto non ci sei tu,

 

dammi la forza di supplicarti ancora,

 

di chiederti amore.

 

Non desidero successi e ricchezze terrene, solo la tua presenza in me.

 

Le mie parole in una preghiera,

 

volano in cielo

 

e fanno piangere Dio.

 

Signore, ma come faccio ad essere così cieco

 

tu sei davanti a me

 

ed io continuo a dirti “non ti vedo”.

 

Ho perso tutto ma posso ricominciare con te ritrovando me stesso.

 

 

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NULLA ETERNO

 

 

Non vi fate sedurre,

 

non esiste ritorno,

 

non c’è nulla dopo,

 

morrete come tutte le bestie

 

divorati da vermi.

 

 

 

 

COME IN UN INCUBO

 

 

Penso agli anni della mia giovinezza

 

che mi sono lasciato alle spalle

 

e, per nostalgia,

 

mi viene una gran voglia di piangere

 

e un terribile timore d’invecchiare e di morire.

 

Mi sento dentro

 

terribilmente solo e smarrito

 

con una forte e struggente

 

paura nell’anima,

 

come in un incubo

 

dal quale non posso svegliarmi o fuggire.

 

Qualcosa che non riesco a scacciare

 

mi opprime e tormenta

 

ma non so cosa sia

 

contro cosa combattere,

 

lentamente mi succhia l’energia.

 

Il tempo che mi rimane davanti,

 

oscuro e minaccioso,

 

è una clessidra di morte

 

che m’avvicina sempre più alla fine

 

inesorabilmente.

 

 

 

 

QUESTA VITA BREVE

 

 

Non camminare piano

 

quando puoi correre,

 

e non ti accontentare

 

se ti accorgi che puoi volare,

 

e non restare muto

 

quando puoi gridare.

 

Ascolta la voce della natura

 

e piangi quando hai voglia di farlo.

 

Vivi intensamente l’amore,

 

rincorri la tua felicità.

 

Apprezza il valore della salute,

 

ama chi ti sta vicino come se lo vedessi per l’ultima volta.

 

Non rimandare a domani quello che puoi fare ora,

 

non indugiare e non procurarti rimpianti,

 

questa vita è talmente breve ed imprevedibile,

 

la vecchiaia e la morte son sempre in agguato

 

come belve affamate, sbranandoti quando sei isolato.

 

 

 

 

SOLITUDINE E LIBERTÀ

 

 

Solitudine è libertà,

 

libertà è solitudine.

 

Voglio essere completamente solo

 

per sentirmi veramente libero.

 

 

 

 

PRIMAVERA

 

 

 

Petali di fiori,

 

ali di farfalle,

 

canti di uccelli,

 

profumi nell’aere.

 

Il sole che sorride,

 

il cielo che sta a guardare.

 

 

 

 

L’ARMONIA DEL CREATO

 

Da ogni notte buia

 

rinasce sempre il sole

 

così come dal bruco

 

fuoriesce ogni volta una crisalide.

 

E fra una stella lassù ed una lucciola quaggiù

 

nessuna distanza, la stessa luce.

 

Tra Dio e l’ultimo insetto creato

 

nessuna differenza, la stessa perfezione e l’identico amore.

 

Ogni cuore che palpita,

 

anche il più piccolo che esista nell’universo,

 

è un battito di vita e d’amore.

 

 

 

 

LUNGO LE STRADE DEL MONDO

 

 

Girando a lungo per le strade del mondo

 

ho incontrato tanta gente:

 

bianchi e neri, ricchi e poveri,

 

santi e carcerati.

 

Ho conosciuto servi e re,

 

cristiani e musulmani, suore e prostitute.

 

All’apparenza

 

mi sembravano diversi gli uni dagli altri

 

ma poi li ho visti piangere

 

tutti allo stesso modo.

 

Ho capito dentro di me

 

che esiste una sola razza: l’umanità,

 

un solo gesto: la solidarietà.

 

 

 

DOLCE SILENZIO

 

 

Dolce silenzio

 

cosa mi nascondi?

 

chi può dirmi se m’inganni?

 

se dolori e tempeste son prossimi?

 

e mentre io,

 

estasiato,

 

dalla dolce tua magia mi lascio rapire,

 

chissà quant’altra gente

 

soffre, si dispera, s’abbandona.

 

Dimmi o dolce silenzio

 

dov’è celata la chiave dell’umana esistenza?

 

Che sarà di me?

 

e fin quando goderti posso?

 

perché eterno peregrinar è questo nostro viver

 

e quel poco di pace che mi vuoi offrir

 

è gran gioia per me e di essa mi nutro

 

errando solitario per i campi

 

tra immote piante e assopite creature.

 

Dolce silenzio,

 

immenso tu sei

 

ed il mio esser fragile

 

dinanzi a te si perde sotto l’azzurro del cielo

 

come piccola cosa tra le innumerevoli cose,

 

come formica d’un enorme formicaio

 

persa tra tutte le altre.

 

O dolce e profondo silenzio

 

che all’eterno sonno somigli,

 

prendimi con te e invasami,

 

i miei tormenti assopisci,

 

e nel tuo languor pacato,

 

supino m’addormento in un dolcissimo morir,

 

forse senza mai più mirar

 

la viva luce del sole.

 

 

 

LA LEGGENDA DI CAMILLA

 

Chi di realtà si nutre

 

defunta ombra del nulla eterno è,

 

chi ai sogni crede,

 

la collera del tempo affamato

 

vincerà nei secoli.

 

Fra i castelli fatati dei mie sogni

 

Illa io ti sto inseguendo,

 

è la tua leggenda.

 

Gelosi folletti la raccontano in sogno.

 

 

Una notte di duemila anni or sono,

 

Camilla, una leggiadra ed esile ancella,

 

scrisse nel suo cuore:

 

“L’amor non vien da me, la fede stanca illusione,

 

la mia tenera età fior che appassisce,

 

ai sogni affido il mio avaro destino”.

 

Disperata ma senza lacrime,

 

corse verso quel dirupo che dominava quella valle

 

incantata da filtri magici, popolata da gnomi,

 

e da lassù altissima si gettò

 

gridando al vento prima di schiantarsi al suolo:

 

“Io vivo e vivrò per sempre”.

 

Sopra quella valle,

 

il tempo arrestò la sua corsa affannata

 

e, come per incanto, tutto restò immutato.

 

Ed ancor oggi, duemila anni dopo, il viandante solitario

 

che ignaro non conosce la storia di lei

 

ed attraversa quell’angusta e remota valle,

 

senza veder né capir nulla,

 

ode nel leggero mormorio del vento,

 

l’eco della voce del fantasma di lei

 

che ripete ancora:

 

“Io vivo e vivrò per sempre”.

 

 

Sì, nella mia fantasia,

 

tu Illa sei viva

 

e vivrai per sempre

 

con me.

 

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IL VOLTO INQUIETANTE DEL MIO MALE

 

 

Vorrei svegliarmi da quest’incubo,

 

gettami acqua fresca in viso,

 

il ghiaccio mi assale,

 

scaldo le mani con un po’ di fiato.

 

Cerco in me una via d’uscita

 

ma non esiste fuga,

 

non c’è posto per nascondersi,

 

proteggermi non puoi.

 

Diverso da ogni altro,

 

nella terra di nessuno,

 

tutto intorno tace

 

in un silenzio irreale.

 

Guido senza meta,

 

faccio sesso senza amore,

 

riflesso in uno specchio

 

c’è un fantasma al posto mio.

 

E non trovo le parole

 

per spiegare ciò che ho,

 

ogni cosa intorno a me

 

appare sadica e crudele.

 

È inutile sforzarsi

 

di essere normale,

 

non posso fingere a me stesso

 

proprio non funziona mai.

 

Trascinato dentro un labirinto enorme

 

vedo stanze tutte uguali;

 

in ognuna di esse

 

mi attraggono piaceri sempre nuovi.

 

Sembrano dirmi:

 

“Entra da noi, esaudiremo qualunque desiderio

 

non importa che sia proibito

 

vedrai sarà bellissimo”.

 

Sbagliare è facile

 

se non sai più chi sei,

 

non ho saputo dire no,

 

mi sono perso in un vicolo cieco.

 

La strada ammaliante del piacere

 

mi viene incontro senza ostacoli,

 

preda inerme della concupiscenza

 

tocco il fondo pensando di raggiungere la cima.

 

Sono schiavo del mio istinto,

 

intrappolato nella mia angoscia,

 

c’è un’ombra che mi insegue,

 

dovunque vado non mi lascia mai.

 

In una danza infernale,

 

senza fermarsi mai,

 

girano intorno a me

 

fantasmi ed incubi.

 

Voglio scoprire la tua origine,

 

combattere ed annientare le tue tentazioni,

 

fino a giungere faccia a faccia

 

con il volto più inquietante del mio male.

 

Sì, scaverò nei miei profondi abissi

 

tirerò fuori il demone a cui appartengo,

 

a costo d’impazzire,

 

giuro io mi libererò.

 

La mia anima smarrita

 

ora sprofonda dove non c’è luce,

 

nuda nuota sott’acqua,

 

non riemerge più.

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in foto: CLAUDIO CISCO immagini varie

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CISCO CLAUDIO tra fede, esperienze di vita e poesieultima modifica: 2018-04-08T09:10:06+02:00da ciscoscrittore
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